La voce di chi non viene mai ascoltato

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I fatti che raccontano di uno stupro avvenuto a settembre 2022 alla Festa dell’Unità a Bologna e tenuti nascosti per 200 giorni rafforza la scelta che abbiamo fatto questo mese di dedicare il numero del nostro mensile cartaceo, in questi giorni in edicola, a chi subisce violenza.

Il nostro è uno strano Paese, dove spesso il carnefice, dopo aver compiuto atti efferati invece di espiare le proprie colpe, diventa quasi una star, centro dell’attenzione mediatica e di quella sorta di sindrome della riparazione tipica della compagnia di giro finto buonista dei vari movimenti per i diritti civili. Di loro, dei carnefici, parlano tutti, analizzando nei dettagli quale scompenso giovanile o sociale abbia portato, per esempio, ad uccidere o a stuprare, a lanciare dell’acido in faccia o a seppellire vive sotto un cumulo di pietre delle povere vittime innocenti. E di loro, invece, delle vittime chi si cura? Chi si occupa delle famiglie, degli amici, delle comunità vicine a chi subisce violenza? Per tutti loro inizia una Via Crucis di dolore, un atroce martirio fatto di umiliazioni e di sofferenza. E se, nel calvario della Croce, si arriva poi alla Salvezza, alla Redenzione, così non si può dire di quegli uomini e quelle donne che nessuno potrà mai risarcire. Non lo farà lo Stato, troppo attento spesso ad occuparsi dell’assassino, di come ad esempio recuperarlo in carcere. Non lo faranno i media impegnati a capire le cause del gesto violento senza ascoltare il grido di aiuto di chi ha perso un figlio, i genitori, un coniuge.

Allora lo facciamo noi, con questo numero speciale dedicato a coloro che subiscono quella violenza che li fa morire più volte, perchè non hanno più voce, non trovano giustizia. E’ un fattore culturale dal quale non si può prescindere. I primi che vanno aiutati, capiti e supportati sono coloro a cui la vita è stata sconvolta per sempre. Loro che, persi nel vuoto, guardano in cielo come a chiedersi “perchè è successo a me?”, devono essere i protagonisti di una narrazione che possa servire almeno a lenire un po’ di disperazione e che li indirizzi verso un percorso di rinascita. Io senza te è il titolo dell’opera di Luna Berlusconi che abbiamo usato per questa copertina. E’ un omaggio, un messaggio di speranza a chi dovrà continuare il proprio cammino senza qualcuno di caro accanto. Perchè quella violenza diabolica non possa strappare ancora una parte di sé.

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