L’antesignano dell’ambientalismo? Fu Arnaldo Mussolini

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​Cinabro Edizioni pubblica gli scritti di un​ mite e appassionato studioso che sembrano un monito per l’ecologismo di oggi

​Lo dicevamo anche noi di CulturaIdentità nel nostro Manifesto delle Città Identitarie: “Gli abitanti hanno costruito da tempo un’alleanza tra l’agricoltura e il territorio che favorisce la conservazione del paesaggio e la biodiversità. In questo contesto l’agricoltore diventa custode della terra”. Queste le nostre parole, di ora come allora. E di cui ci piace avvertire la risonanza anche in quel Ministero “del nuovo immaginario italiano” che abbiamo voluto identificare nel Ministero della Cultura​. E, perché no,​ nel  Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste​: è vero che l’Italia, potenza industriale, fa parte del G7, ma è anche vero che il nostro Paese vanta una forte tradizione legata alla sfera agraria e ambientale, al punto da occasionare quello che sopra dicevamo essere l’ “immaginario” culturale di una nazione. O una weltanschauung, una visione del mondo, come lo era quella agraria e ambientale di Arnaldo Mussolini (Dovia di Predappio, 11 gennaio 1885-Milano, 21 dicembre 1931), direttore del Popolo d’Italia dal novembre del ’22 agli ultimi giorni di una vita terminata a soli 46 anni per un attacco cardiaco​ e spesa ​per una rinascita agricola e forestale dell’Italia.

Cinabro Edizioni, insieme al gruppo abruzzese di Coscienza e Dovere, ci fa oggi scoprire (o ri-scoprire) l’impegno di uno studioso e docente di agraria​, mite e​ dalla spiccata sensibilità ecologica, con cui animò anche riviste  e approfondimenti  di carattere agrario e forestale. Il bosco e l’aratro. Raccolti di scritti di carattere forestale e agrario, di Arnaldo Mussolini, è il libro appena uscito nella collana Paideia di Cinabro Edizioni (216 pagine, 20€, a cura di Coscienza e Dovere, con prefazione di Remo Grandori e introduzione di Diego Giorgi), che comprende gli articoli sul rilancio dell’agricoltura e la salvaguardia della terra pubblicati sulle pagine del Popolo d’Italia da Arnaldo Mussolini, fautore di un “culto dell’albero”​, con cui intendeva un’educazione civile e di rispetto verso gli alberi​ ​e un’attenzione per il problema forestale straordinariamente attuali, se pensiamo alle storture dell’ecologismo ideologico di oggi: un lascito giornalistico e culturale che rischiava di restare nei cassetti più riposti della memoria collettiva.

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