La velina del Sistema un tranello per la Santanchè

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“Non so ancora nulla, spero che mi arrivi l’avviso di garanzia”: a questo si deve arrivare quando si va consapevolmente incontro al tritacarne mediatico giudiziario. Sia detto per inciso: il Ministro del Turismo Daniela Santanchè e il centrodestra tutto sono caduti nel tranello, forse il Ministro lo sapeva, forse no, poco importa rispetto a una lapalissiana verità: il Ministro non doveva riferire alcunché in Senato. Se tu mi accusi di qualcosa, non devo essere io a difendermi, ma devi essere tu a dimostrare che ho fatto qualcosa.

Questo principio di civiltà, giuridica e non solo, vale nelle aule di tribunale e vale nella vita, anche quella politica. L’aula del Senato non doveva assolutamente trasformarsi in un’aula di tribunale. Da quale accusa dovesse poi difendersi il Ministro, almeno fino a ieri, nessuno che fosse privo di risentimento politico poteva saperlo. La Procura di Milano attraverso il procuratore Marcello Viola aveva secretato la notizia di reato per evitare strumentalizzazioni di parte e invece accade che poche ore prima dell’intervento in Senato del Ministro un quotidiano pubblichi la notizia generica dell’iscrizione nel registro delle notizie di reato: da quel momento, in un’epoca in cui le notizie le fa il webbe, è giocoforza la diffusione della news all’universo mondo.

E già questo è il punto: com’è che uno viene a saperlo dai giornali? Com’è che una cosa che doveva restare segreta la vengono a sapere tutti? Crediamo di non rivelare nessuna verità rivoluzionaria se diciamo, con la calma con cui lo disse anni fa Tiziana Maiolo, che se una notizia finisce sui giornali vuol dire che qualcuno dalla Procura la fa trapelare.

Nel caso del Ministro Santanché, alla fine (anzi: siamo solo all’inizio) la notizia è una velina (non una nota ufficiale ma la battuta di un’agenzia diramata DOPO l’intervento in Senato riferita a “fonti della Procura”) che in realtà non doveva uscire dalla Procura, almeno non in quel modo e in quella tempistica, come disposto appunto dal procuratore Marcello Viola. E allora: chi è la gola profonda che l’ha passata ai giornalisti?

E’ il solito metodo usato dal Sistema per minare i governi di centrodestra quando a sinistra non riescono democraticamente a farsi votare dai cittadini. Ne abbiamo parlato tante volte su queste pagine e non a caso il libro di Palamara vendette 300 mila copie.

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1 commento

  1. L’armata sinistra è pronta a dare battaglia. A 360°. E non è un caso se, dopo i tanti dem Usa che si sono avvicendati in Vaticano, Papa Francesco invita Casarini al Sinodo. Insomma, quello di Papa Francesco, se non è uno sgarbo al governo in carica, che cos’è?
    Ma non solo. Se quel viavai di prime donne Usa in Vaticano, e in modo particolare l’incontro “segreto” tra Bill Clinton, il Papa e il figlio di Soros, in un certo qual modo è stato propedeutico alla chiamata in Vaticano di Casarini per il Sinodo, allora, non è davvero cosa da poco. Tuttavia, se, in un eventuale prosieguo dell’accertamento dei fatti, si dovesse presentare la necessità di determinarne la consistenza, a quel punto, saranno gli studiosi dei Patti Lateranensi ad avere l’ultima parola. Poiché, se così è stato, quasi certamente sono stati infranti.

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